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Packaging Sostenibile: una carrellata dei principali temi emersi a Packaging Speaks Green

Nella due giorni bolognese, gli interventi di docenti, brand owners ed end users globali, ricercatori e di rappresentanti di tutta la catena produttiva. Sul tavolo, dati e evidenze di un settore che sarà sempre più strategico per l’economia e per l’ambiente, proprio alla luce delle evoluzioni delle norme e della sensibilità sociale

Ricercatori, docenti universitari, brand owners, converters, produttori di materie prime e tecnologia si sono dati appuntamento a Packaging Speaks Green, il forum internazionale del packaging sostenibile che ha animato a Bologna, il 20 e 21 febbraio, l’area Fico Eataly World. Player internazionale delle tecnologie per il closures-beverage, SACMI ha sponsorizzato l’evento che, dalla viva voce dei protagonisti, ha esplorato le nuove frontiere del green packaging, con dati inediti e prese di posizione non scontate, privilegio di chi conosce il settore dall’interno.
 
Quali sono i temi emersi con forza?
 
EssenzialeIl packaging è essenziale, specialmente in ottica sostenibilità. Questo il primo punto emerso, in apparente contraddizione con la logica mainstream. Basti pensare al ruolo dell’industria dell’imballaggio nell’aumentare la shelf life dei prodotti alimentari, a fronte di una popolazione mondiale in continua crescita e a uno spreco di cibo nel mondo (non correttamente conservato e confezionato) nell’ordine del 40%. Ma, anche, ai mega-trend in atto verso e-commerce e food delivery, che renderanno l’aspetto dell’imballaggio sempre più centrale e strategico, per tutta la filiera.
 
In crescita – Nei prossimi 20 anni, nel mondo, raddoppierà il fabbisogno di plastica. Perché? Si tratta di un materiale, ad oggi, facile da riciclare (in particolare il PET) efficiente ed economico in raffronto ad altre forme di imballaggio. Soprattutto, considerando l’intero ciclo di vita della plastica, studi LCA (life cycle assesment) dimostrano come l’impatto ambientale della plastica, qualora correttamente smaltita e riutilizzata, sia significativamente minore di quello di altri materiali come vetro e alluminio.
 
Economico – Il consumatore: solo uno su due è disposto a pagare di più per un packaging “percepito” come sostenibile. Inoltre, almeno un quarto della distribuzione dei beni cosiddetti FMCG (fast moving consumer goods) avviene attraverso la catena dei discount, rendendo la variabile costo a maggior ragione rilevante. Senza considerare la maggiore propensione di un consumatore informato a privilegiare la qualità del prodotto, nella decisione di acquisto, rispetto alla tipologia di imballaggio.
 
”Plastic waste free world” al posto di “Plastic free world”– Sono stati proprio docenti e ricercatori universitari – in linea di principio liberi da interessi commerciali e industriali – a rilevare il punto. Un mondo plastic free è ad oggi impensabile, per la mancanza di alternative tecnicamente valide (l’intero mondo del compostabile è, al momento, industrial compost) e per il costo (economico ed ambientale) più elevato di materiali diversi. Più urgente e realistico trovare soluzioni concrete per realizzare il plastic waste free, incrementando la quota di plastica correttamente avviata al riciclo, oggi ferma, su scala globale, al 12%
 
I trend globali – Ad accompagnarli, nell’Unione europea, sarà un nuovo stringente quadro normativo, in vigore dal 2024: Single Use Plastics, SUP, Direttiva (UE) 2019/904. Ma, prima di questo, sono i principali brand owner mondiali ad essersi attrezzati per orientare il mercato in una nuova direzione. Quattro le tendenze principali: è necessario che il packaging sia in massima parte riciclabile (stanno già sparendo dagli scaffali, per fare un esempio, le bottiglie o i vassoi di plastica scura). Tutte le soluzioni multistrato (imballi che tipicamente contengono plastica ma anche carta, alluminio, ecc) dovrebbero evolvere verso confezioni monomateriale, in modo da poter essere reintrodotte, opportunamente trattate, in nuovi imballaggi della stessa filiera. Ancora più importante, l’educazione del consumatore e l’implementazione di opportuni sistemi di raccolta. Importante, infine, considerare logiche di gestione differenti del rifiuto residuo (la quota di plastica comunque non riciclabile) in ottica termovalorizzazione (produzione di energia elettrica, con casi all’avanguardia in Nord Europa).
 
Il contributo di SACMI – Sponsor del forum internazionale, SACMI si è da tempo attrezzata, lavorando sulle proprie tecnologie d’avanguardia e grazie alla profonda conoscenza dei materiali, per intercettare l’evoluzione del settore. Tra i plus dell’offerta SACMI, la capacità di gestire resine da riciclo (PCR, post consumer recycled resin) sia nella produzione di preforme standard in PET (piattaforma IPS – injection preform system) sia nella produzione di contenitori (piattaforma CBF – compression blow forming). Quindi la superiorità intrinseca della tecnologia della compressione – sulla quale SACMI è leader – che consente di trattare, insieme alle resine standard, materiali diversi quali cellulosa, fibra di legno, ecc, accanto ad una gestione più flessibile delle resine con viscosità e proprietà diverse, rendendo di fatto più semplice ed economica la gestione in ottica riuso dell’intero ciclo di vita del prodotto.
 

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